Non ci sono al momento ancora notizie “positive” circa l’accordo sull’embargo petrolio da infliggere alla Federazione russa dopo l’invasione dell’Ucraina nel febbraio del 2022. In molti hanno detto di voler procedere quanto prima anche con un embargo energetico per mettere in ginocchio l’economia russa e impedire a Putin di continuare a finanziare la sua guerra.
L’accordo sull’embargo petrolio però ancora non c’è per diversi motivi tra cui, in primis, dobbiamo citare la contrarietà del presidente ungherese Viktor Orban. Proprio Orban in queste ore ha detto che ci troviamo in una situazione veramente difficile per via del “comportamento irresponsabile” della Commissione Ue. Questa infatti ha presentato delle proposte sulle sanzioni che, secondo Orban, non avrebbero lasciato la decisione finale agli Stati membri.

Orban oggi si è presentato a Bruxelles per partecipare al Vertice Ue e ha detto di volere garanzie che, in caso di un incidente all’infrastruttura che passa per l’Ucraina, verrà concesso all’Ungheria il diritto di approvvigionarsi di greggio russo anche da altre fonti. Il sesto pacchetto di sanzioni è molto importante e la presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Layen si è detta fiduciosa che ci saranno presto possibilità di successo a riguardo. L’embargo petrolio viene ritenuta infatti una mossa essenziale nell’ottica di indebolire la Russia.
Queste parole di Orban e della Von Der Layern arrivano dopo una serie di notizie relative al dialogo tra ambasciatori Ue sul sesto pacchetto di sanzioni deciso contro Mosca. All’orizzonte potrebbe delinearsi una sorta di compromesso che dovrà essere seguito da diversi leader nel Consiglio Europeo per arrivare a un’esenzione temporanea per il petrolio che arriva in Europa via oleodotto. Il vertice informale dei capi di Stato e di governo si è chiusa per il momento quindi con un nulla di fatto.
A bloccare l’iter, come abbiamo visto, è proprio l’embargo petrolio e i paesi membri non sono riusciti a trovare una quadra sullo schema d’intesa preparato dalla Commissione che prevedeva l’esenzione per il greggio proveniente dall’oleodotto dell’Amicizia che collega Polonia, Ungheria, Germania e ovviamente Russia. L’embargo petrolio ovviamente non sarà l’unica mossa messa in campo per mettere la Russia all’angolo.