La guerra in Ucraina sta modificando in profondità i rapporti tra potenze e non solo. Ora si starebbe valutando l’espulsione scienziati russi Cern, una misura che farà sicuramente discutere e che potrebbe avere conseguenze importanti. Con l’espulsione scienziati russi Cern a essere messi in discussione sono anche gli esperimenti avviati che, circa 10 anni fa, tralaltro portarono anche alla scoperta del bosone di Higgs.
Sarà proprio il Cern a decidere come proseguire il lavoro a partire da metà giugno. L’espulsione scienziati russi Cern riguarderebbe oltre mille scienziati di cui circa la metà è residente al Cern. Il rischio è che dovranno abbandonare gli esperimenti iniziati oltre 10 anni fa. L’Organizzazione europea per la ricerca nucleare comunque riunirà dal 16 giugno i rappresentanti dei 23 Paesi membri al fine di decidere il futuro della collaborazione del Cern con la Federazione Russa dopo l’invasione del 24 febbraio 2022.
A Ginevra oggi lavorano qualcosa come 40 scienziati affiliati a università ucraine e molti di loro lavorano gomito a gomito con i loro colleghi russi. L’espulsione scienziati russi Cern desta scalpore anche se, al momento, la Russia ha il ruolo di Paese osservatore mentre l’Ucraina è un Paese associato che però non fa ancora parte dei 23 paesi membri che votano al Consiglio.

La decisione di sospendere Mosca è stata presa non senza travaglio al termine di una lunga discussione. Per il momento però non avrebbe ancora avuto ripercussioni sui singoli scienziati. Non sono però tutti d’accordo circa la decisione di sospensione scienziati russi Cern. Ad esempio Pierluigi Campana, membro della Giunta esecutiva dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, secondo Sky Tg24 avrebbe dichiarato che la linea italiana è da sempre indirizzata alla ricerca di soluzioni non traumatiche.
Il timore di molti è che scelte drastiche come l’espulsione scienziati russi Cern potrebbe mettere a rischio tutto il lavoro fatto con il rischio di andare indietro anche di decenni sul lavoro fatto. Del resto lo status di osservatore della Russia era già stato sospeso a marzo all’indomani dell’invasione dell’Ucraina ed erano anche state momentaneamente bloccate nuove collaborazioni. Il 16 giugno si dovrà prendere una decisione netta ma, per rendere effettiva l’espulsione scienziati russi Cern, sarà necessario l’accordo di due terzi dei votanti.