Marco Giallini dal 2016 è il protagonista della fortunata serie televisiva Rocco Schiavone trasmessa su Rai 2, ma l’ultima decisione della Rai ha fatto storcere il naso all’attore.
L’attore ha infatti sparato a zero sulla scelta della società televisiva di trasmettere la serie tv sul primo canale.
Le sue dichiarazioni fatte durante il Festival di Taormina dove ha presentato La mia ombra è tua, hanno espresso una chiara critica alla Rai. Scopriamo le sue parole.
Marco Giallini contrario alla scelta di spostare la serie sul primo canale
«Rocco Schiavone su Rai1? Non la trovo una scelta giusta è sempre stata una serie trasgressiva e non so quanto possa piacere al pubblico di quella rete. E poi Rai 1 non la vedo mai, le cose che fanno non mi fanno impazzire». Queste sono state le dure parole dell’attore contro la scelta della società di spostare la trasmissione della serie dal secondo al primo canale.
Marco Giallini è il protagonista della serie televisiva di successo, e teme che il pubblico di Rai 1 non possa apprezzarla a dovere.
«È la serie più seguita di sempre dai giovani diplomati e laureati, ma ho fiducia che alla fine, come è già accaduto, mi continueranno a seguire in piattaforma. Ma i giovani comunque la vedranno su Amazon, la sera escono e vivono, non si piazzano davanti alla tv. Io stesso, guardo poco Rai 1».
Per giustificare le sue affermazioni descrive lo spettatore di Rai 1 con queste parole: «Gli spettatori di Rai 1 non hanno il background della storia».

Marco Giallini e le riflessioni sui problemi generazionali
Al Festival di Taormina, l’attore romano ha presentato “La mia ombra è tua”, film di Eugenio Cappuccio tratto dall’omonimo romanzo di Edoardo Nesi.
Marco Giallini è noto per la sua schiettezza, e non si è risparmiato la sua forte presa di posizione sullo scontro-incontro che c’è nel film tra il suo personaggio di Vittorio Vezzosi ed Emiliano classe 1997.
«La nostra generazione non è il male assoluto. Io ho fatto del mio meglio per lasciare qualcosa di buono. Non ho fatto niente di male e non ho lasciato solo merda. Sono di una generazione di mezzo se no avrei fatto anche io la lotta politica. La nuova generazione dovrebbe combattere come hanno fatto prima di loro invece di seguire gli influencer. Dico ai miei figli, che sono bravissimi ragazzi, di non seguire troppo queste cose. Noi eravamo divisi generazionalmente tra Merola e Led Zeppelin, ora non c’è più scontro generazionale, giovani e vecchi sono tutti sui social, e dicono tutti la stessa cosa: “Ecco ci sono anche io e ho fatto questo e quest’altro”. Tutto questo mi fa davvero schifo».