Alla 79esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, c’è stato un debutto interessante quanto inaspettato: Elodie nelle vesti di attrice. La cantante romana ha deciso di intraprendere anche questa nuova sfaccettatura nel mondo dello spettacolo, riscoprendo una nuova dimensione.
“Recitare per me è una terapia” ha affermato la cantante in un’intervista. E ha aggiunto: “Il cinema, va detto, per me è stato un grande compagno di viaggio, più dei libri”. Ma scopriamo qualcosa in più sulla pellicola che l’ha immortalata per la prima volta attrice.
Ti mangio il cuore è un film di Pippo Mezzapesa, prodotto da Indigo e Rai Cinema, un gangster movie dai temi ampiamenti trattati e già visti in tantissime altre pellicole di stampo italiano. La storia è basata sulla faida di due famiglie criminali, i Malatesta e i Camporeale, inseriti nel contesto della “quarta mafia” del Gargano.
Un film tratto dal libro inchiesta di Bonini e Foschini edito da Feltrinelli, dunque una narrazione che mescola fatti di cronaca nostrana, con la storia d’amore romanzata di Andrea e Marilena (Elodie) appartenenti alle due famiglie in contrasto.
Una moderna rivisitazione alla Romeo e Giulietta di W. Shakespeare, a cui si aggiungono sparatorie all’ultimo sangue, inseguimenti da trattenere il fiato e scene di nudo in cui Elodie dice di essersi sentita del tutto a proprio agio.
Nota caratteristica della pellicola: è girata interamente in bianco e nero, per conferirgli una vibrazione un po’ vintage. Ma cosa ne avrà pensato la critica?

I commenti a caldo sul film con Elodie “Ti mangio il cuore”
A quanto pare le doti recitative di Elodie non deludono in maniera particolare, quello che lo fa è la pellicola stessa. L’aura di dejà vu, trita e ritrita, del film non ha convinto per niente la critica.
La violenza portata all’eccesso in quasi tutte le scene del film a cui si alternano scene di sesso animalesco, così come l’ambiente che si potrebbe definire quasi “arcaico” e privo di regole in cui si muovono gli attori, rendono il film scontato e a tratti piatto.
Quello su cui punta la pellicola è impressionare lo spettatore con la visione di elementi disturbanti come il sangue, la musica improvvisa sparata a tutto volume, i corpi oggettualizzati.
Per la critica la sceneggiatura è poco elaborata così come la caratterizzazione dei personaggi, che appaiono come burattini di cui si prevedono le mosse ancor prima di vederle. Poco spessore e poca evoluzione per i protagonisti che passano da un eccesso all’altro, dall’amore alla violenza.
Dunque Elodie come “femme fatale” risulta azzeccata, peccato che il suo primo ruolo da attrice fosse così poco accattivante.