HomeEconomiaSorpresa nell'ombra: l'Europa sta affrontando una crisi economica nascosta!

Sorpresa nell’ombra: l’Europa sta affrontando una crisi economica nascosta!

Il panorama economico europeo, apparentemente sull’orlo di un’altra recessione, nasconde problemi più profondi e ampi rispetto a una semplice frenata economica. La zona euro, composta da 20 nazioni, sembra destinata a evitare una contrazione economica profonda, ma la crescita si avvicina allo zero, con poche prospettive di un significativo recupero. Il 2023 sarà un anno impegnativo, con una crescita potenziale che fatica a superare l’1%, anche nel caso di un forte rimbalzo.

Profondi problemi strutturali indicano che l’Europa è destinata a rimanere indietro rispetto ad altre importanti aree economiche negli anni a venire. Le prospettive a breve termine non sono né ottimali né disastrose. I dati mostrano una contrazione dello 0,1% del PIL nel terzo trimestre rispetto ai tre mesi precedenti, segnalando una recessione se il quarto trimestre conferma le attuali indicazioni.

Tuttavia, la crescita è stata praticamente piatta per tutto l’anno, e i tassi di interesse a livelli record, combinati con una politica fiscale più restrittiva, limiteranno l’espansione all’0,6% l’anno prossimo. Nonostante alcune voci ottimistiche, come il capo economista della BCE, Philip Lane, che prevede una ripresa della domanda grazie a un aumento dei salari reali, altri sono meno fiduciosi, citando costi di prestito elevati che frenano gli investimenti, un mercato del lavoro in rallentamento e una domanda estera più debole del previsto.

Erik Nielsen, capo economista di UniCredit, ha osservato che l’economia europea è stagnante da un anno, e i piani di politica monetaria e fiscale per il 2024 sembrano accettare l’alta probabilità di un altro anno perduto. Oltre all’anno successivo, le prospettive rimangono cupe. La popolazione in età lavorativa dell’Europa è destinata a diminuire, mentre i guadagni di produttività sono limitati. Le imprese si lamentano dell’aumento della burocrazia, che le rende meno competitive, e l’integrazione della zona euro in un’unione economica si è rallentata, con scarsa volontà politica di progredire.

La Commissione europea stima ora una crescita potenziale per il blocco inferiore all’1,5%, che scende al 1,2% entro il 2027. Questa diminuzione è principalmente dovuta ai cambiamenti demografici e ai deboli guadagni di efficienza. Nel frattempo, la crescita potenziale negli Stati Uniti si attesta intorno all’1,8% e rimane stabile. La riduzione della popolazione in età lavorativa in Europa potrebbe anche portare a una sorta di paradosso. Le aziende, temendo future difficoltà di assunzione, trattenendo i lavoratori, creano ulteriore rigidità nel mercato del lavoro, potenzialmente alimentando la crescita dei salari e indebolendo la produttività.

La Germania sembra essere il principale ostacolo. Le sue industrie pesanti ad alta intensità energetica dipendono dalla domanda esterna per crescere, lasciandola impreparata alle nuove realtà dell’energia costosa e delle tensioni commerciali. Il tasso di crescita potenziale per la più grande economia europea è ora inferiore all’1%.

Nel frattempo, i governi dell’Unione europea faticano a raggiungere un consenso su questioni più ampie che contribuiranno a plasmare il futuro. Queste includono il ruolo che l’immigrazione dovrebbe svolgere nel mitigare la carenza di manodopera, se formare una vera unione bancaria e se utilizzare la spesa centralizzata per affrontare le questioni nell’ambito del blocco delle 27 nazioni.

Matteo Orilandi
Matteo Orilandi
Mi chiamo Matteo, sono del 1974 e la musica è il centro della mia vita. Mi occupo principalmente di traduzione e interpretariato, ma nel tempo libero mi piace tantissimo seguire il mondo dello spettacolo e dello sport. Vivo a Roma, in compagnia della mia partner e del nostro gatto Romeo!
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